domenica 1 giugno 2008

momenti di gloria

Mette a posto le sue carte, fa ordine sulla scrivania. Spegne il computer “Maledetti aggiornamenti, proprio adesso...”. Aspetta diversi minuti, con impazienza fa tutte quelle cose che non si fanno mai tranne quando si aspetta che qualcos'altro non dipendente da te venga fatto. Sistemati anche gli aggiornamenti si pulisce la fronte con la mano, e via di corsa, rimbocca la giacca e le marce della macchina. Prima, seconda, terza e poi di nuovo seconda perché bisogna risparmiare benzina. Niente traffico, nessun ostacolo sulla via di casa. Parcheggia la macchina, “Sono a casa, mi lavo e scappo” esclama con impazienza “Com'è andata al lavoro? Ma dove vai?” domanda la moglie. Non risponde accenna qualcosa. Si lava con cura intanto l'emozione sale dalle punte dei piedi fino alla radice di capelli ormai così radi. “Cinquant'anni e mai una volta che si riesca...” pensa con un pizzico di malinconia “Ma stasera forse...” Si mette la tutta, bacia la moglie con impazienza, apre il cofano dell'auto e con sospetto nasconde qualcosa di lungo e smontabile, riparte. Parcheggia al bar prescelto, incontra i suoi amici. “Ci siamo, avete portato tutto?”. Non c'è da preoccuparsi sapeva di potersi fidare, intanto pensa “Abbiamo fatto il possibile, non ci resta che aspettare..”. Entrano nel bar in fila indiana.

Si toglie la divisa, si guarda allo specchio, la pancia cresce, mentre il portafoglio cala. In fondo anche le diete senza successo costano. “Questa caserma cade proprio a pezzi, non ne posso più” pensa. Nasconde alcuni vestiti in un sacchetto di plastica. Chiude l'armadietto, va di fretta, saluta tutti con un cenno. Chiude il portone e lascia le chiavi del camion cisterna nel solito posto. Esce e aspetta l'amico impaziente “Sempre in ritardo, neanche oggi e sì che ne abbiamo parlato, porca..”. Accende una sigaretta, poi un altra, poi non ne ha più quindi cammina su e giù per far circolare la nicotina più velocemente. E' arrivato, fortunatamente ha portato il necessario in un contenitore rettangolare nero. Risparmia le solite polemiche, saluta apre la macchina e fa accomodare l'amico. Poi si mette i vestiti del sacchetto urtando specchietto, volante e cambiando marcia. “Sono pronto” si mette alla guida e partono. Si fermano, parcheggiano e entrano nel bar scelto ormai da mesi. Si siedono, era da tanto che aspettavano questo momento. Si guardano negli occhi, c'è una forte intesa sono consapevoli che tutto andrà per il verso giusto, si percepisce voglia di rivincita. Sotto voce gli dice “Ci siamo..”. L'amico apre la scatola rettangolare.

Finisce di scrivere, chiude il computer. Il bar è lontano, si mette in macchina, è sempre il ritardo. Come da copione imbottigliato in tangenziale “Proprio oggi..” pensa tra se. Tre chiamate perse sul cellulare e un messaggio “Ti stiamo aspettando, vedi di non arrivare tardi proprio oggi..”. Vista la situazione mette un fazzoletto bianco sul finestrino, suona il clacson, in fondo è un'emergenza! Prende la corsia di emergenza e rischia la patente. Arriva sgommando la bar, in ritardo, dopo aver pagato la multa della polizia autostradale. Comunque vada al piano della serata bisognerà sottrarre centocinquanta euro. Non trova parcheggio, “Il marciapiede serve proprio a questo” pensa. Entra nel bar ansimante, i suoi amici lo aspettano seduti con aria di sfida. Lo aiutano a scaricare un grosso lenzuolo, arrotolato alla buona che da lontano sembra sporco di rosso. Rientrano nel bar. Evita di scusarsi fa il superiore, d'altronde non c'è motivo di sprecare fiato è quasi ora...

Apre il libretto, controlla i suoi voti “studio ancora cinque minuti e poi basta..”. Studia un minuto ed è subito in strada a camminare cercando disperatamente un bar dove rifugiarsi nella speranza di trovare qualcuno con un po' di speranza. Apre la porta del bar e vede un sacco di gente. Tutti sembrano aspettare un accenno per scatenarsi. Si sente un fischio, viene dalla televisione. Alla destra si vede un uomo piuttosto rotondo e comico con maglietta e calzoncini della nazionale vicino a un amico che estrae da un contenitore rettangolare una tromba che subito spara in aria l'inno nazionale. In fondo un gruppo di giovani cinquantenni capeggiati da uno sbandieratore ordinano birre e se la ridono di cuore. Vicino un gruppo di tifosi urlanti sfoggiano uno striscione da stadio con scritte rosso brillante “Bacco, tabacco e nazionale!”. Si siede da solo, ma non importa si sente in compagnia e dimentica gli studi. Sorride, intanto alla televisione una voce ripete “L'Italia calcia il primo pallone degli Europei di calcio 2008..”


francesco