A Stefania con affetto
C’era un volta un nano di nome Adriano che si svegliava ogni mattina chiedendosi perché era nano. Prendere il tram equivaleva a scalare una montagna, per farsi la barba e vedersi allo specchio doveva saltare e saltare sempre più in alto. Ma non solo, la natura si era proprio accanita. Con gli anni invece di crescere non si sa come mai decresceva e decresceva. Sempre più piccolo solo in cucina la notte piangeva triste fino a che un giorno sentì una vocina che lo chiamava Adrianooo… Adrianoooo. Cercava e cercava ma non riusciva a capire da dove venisse quel rumore. Dopo un po’ capì che proveniva da dentro la lavatrice, la voce continuava a chiamarlo. Lui curioso, stanco e triste com’era decise di entrare e scoprì un mondo favoloso dove tutto appariva per quello che era pulito e profumato. Col tempo si era fatto un sacco di amici nella lavatrice la signora Mutanda, le gemelle Maglietta e lo zio Maglione che sempre gli faceva le predicozze. Comunque a parte tutto era gente simpatica e Adriano tra una centrifuga e l’altra si sentiva sempre più a casa. Tanto è vero che quando era al lavoro pensava solo a suoi nuovi amici a quello splendido profumo di mughetto e alla freschezza delle onde di spuma che si infrangevano sulla sua faccia . Insomma a lavorare proprio non ci riusciva così che decise di parlare di questo nuovo mondo a Alcide un suo collega. Alcide era alto, bello, muscoloso, impiegato del mese, dell’anno…sprizzava fascino da tutti i pori e a parte per il nome si poteva definire sotto tutti i punti di vista un essere perfetto. Alcide però quando tornava a casa si sentiva insoddisfatto insomma non capiva perché non riusciva a essere promosso direttore marketing? Perché Ilona non lo chiamava mai? In fin dei conti a lui non mancava niente. Ma quando vedeva Adriano tutte le preoccupazioni si dileguavano lui era così alto così potente di fronte a quella formichina indifesa. In ogni modo, Alcide frequentava Adriano un po’ per pena un po’ per necessità e quindi si recò a casa di Adriano per scoprire esattamente di che “nuovo mondo” stesse parlando. “Ciao Alcide sei arrivato, che bello! stavo giusto finendo di mettere l’ammorbidente nella lavatrice, vedrai che esperienza” Alcide un po’ spaesato un po’ curioso era incerto se scappare via urlando o seguire Adriano che già si era tuffando a bomba nella lavatrice. Alla fine Alcide decise di entrare ma una volta messo il piede si accorse che non ci riusciva! era troppo alto, troppo pieno. Intanto Adriano lo chiamava “Vieni Alcide, vieni, qua è troppo bello” le sue parole però si facevano sempre più fine sempre più profonde. E mentre Alcide tornava a casa tutto inzuppato d’acqua e sapone, Adriano parlava con lo zio Maglione, le sorelle Maglietta e la signora Mutanda “ Adesso capisci che bello è essere nani?”. Adriano non rispondeva ma felice, piangeva, tra pantaloncini e lacrime il suo viaggio era cominciato.
Francesco
1 commento:
Finalmente sono riuscita a trovare questo blogg....!!!Che strano notare quanto mi sono persa In tutto questo tempo e a quante cose avrei voluto dare una risposta, suggerire un'idea e proporre un'opinione, la mia per l'appunto!!Non può che significare che d'ora in poi dedicherò il giusto tempo a questo bel modo di non fermarsi ed avanzare!GRazie Fra!!!Te quiero tio!!
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