L ‘acqua era fredda e scorreva rigida tra le barriere di cemento. Dal ponte le cose sembravano così piccole e allo stesso tempo così flessibili e maneggiabili. Era uno scenario interattivo infatti con le mani si potevano disporre gli oggetti e intercambiarli per rendere quel piovigginoso pomeriggio d’ottobre un caldo tramonto primaverile. Atramento era un giovane sulla trentina e in quel preciso momento lanciava sassi dal ponte sul quel fiume industriale e in verità non riusciva a sentire se effettivamente toccassero l’acqua o rimanessero sospesi a mezz’ aria. Guardava, col vento negli occhi, le ciminiere rosse e bianche che facevano a gara di fumo tra tutte quelle scritte murales sugli argini del fiume. Aveva tempo e voglia di cambiare le cose per questo gli piacevano questi luoghi così di frontiera. Si chiedeva spesso se quei marciapiedi così inutili fossero stati effettivamente calpestati da qualche persona o se fossero solo il risultato di un ineccepibile ed insensata pianificazione urbano industriale. Aveva invitato Giannamentra e le aveva promesso un regalo proprio speciale. “Atramento senti me lo fai vedere questo regalo per favore?” “Giannamentra tranquilla, chiudi gli occhi e dammi la mano” Atramento le prese la mano salì con lei sul cornicione del ponte, aprì le braccia e piano piano i due chiusero gli occhi. Giannamentra un po’ turbata si chiedeva se Atramento fosse veramente sano di mente; poi piano piano sbirciò il mondo e lanciò un grido sordo. Le ciminiere erano belle grassocce e giocavano a poker con carte di carbone sbronzandosi di petrolio e insultandosi per un bluff non riuscito. Le scritte sui muri si prendevano gioco l’una dell’altra “ Guarda sei proprio una tipo vecchio stampo e poi sono un po’ di giorni che non hai proprio un bel colore” diceva la Z alla F la quale gli rispondeva per le rime “Senti non avrò un bel colore ma almeno io non sono razzista!”. I cestini tutti belli snelli giocavano a pallavolo lanciandosi palloni di carta mentre la rete ovvero la ringhiera sul marciapiede si lamentava di ricoprire quel ruolo. In realtà il sindacato delle strisce pedonali si era unito a quello dei pali delle stesse ringhiere per protestare contro la mancata verniciatura annuale. Le strisce avevano dichiarato l’ennesima personale guerra al popolo macchina che sfrecciava sulla tangenziale lanciando insulti e sfottendo le povere strisce che rimanevano macchiate per sempre. Le lavatrici, i pneumatici e i termosifoni ai lati del fiume intanto si godevano la loro piccola casa di riposo “ Sereni orizzonti” in riva al fiume. “Eh che belli questi ultimi giorni della mia vita senza centrifughe e ammorbidenti” “Hai ragione pensa me tutto il giorno a correre e correre guarda che vecchia ho tutta la gomma liscia”. L’asfalto intanto se la rideva e lanciava minacce verso il letto del fiume ridendo dell’incapacità del pneumatico di fargli ancora del male e si richiamava a qualche giustizia divina. La dea catrame dell’alto si chiedeva perché aveva creato un asfalto così burbero che non capiva lo scopo della sua esperienza sulla strada. In cielo le rondini si mettevano maschere contro l’amianto e stavano finalmente pensando di prendersi un appartamento in centro col riscaldamento invece di fare sempre quella stupida migrazione che non serviva a nessuno. Erano sempre i soliti vecchi capi che insistevano ma, ormai, il germe dell’insurrezione era presente. Intanto l’acqua scorreva lenta e procedeva nel suo lavoro quotidiano di fornire ai diversi clienti merci di seconda qualità. L’acqua era la più saggia, era il broker della situazione e il suo mercato funzionava così; uno chiedeva una cosa e lei col tempo te la forniva ripulita e senza problemi con la legge o con gli sbirri. Le zanzare proliferavano a milioni, miliardi ormai le autorità zanzarifere volevano imporre una legge sul controllo delle nascite. In ogni modo il partito dei falchi aveva rifiutato la proposta in parlamento e si era deciso per 1000000000 nascite a covata e niente di più. Le rane dai loro covi sott’acqua si leccavano le zampe e preparavano la loro attrezzatura sub per un massacro pianificato. I raggi del sole penetravano tra i turbini dell’acqua marrone mentre il sole, quello vero, raccontava proverbi alle nuvole tipo “nuvole a pecorelle pioggia a catinelle”. Quindi tra lane e prati riusciva, al distrarsi delle nuvole, a lanciare qualche raggio e si sentiva troppo un illuminato.. Intanto dalle nuvole cadevano gocce che prossime alla morte urlavano, piangevano o creavano teorie filosofiche “ Senti goccia io credo che cadendo ritroveremo il nostro spirito liquido e ci uniremo alla terra in un estasi di amore e lacrime” “Sì parla tu, io intanto mi faccio un’assicurazione sulla pioggia, guarda che io ho una famiglia da mantenere e poi alla fine non moriremo mai sono anni che stiamo cadendo”. Ma alla fine, dopo quel lungo viaggio, le stesse gocce caddero sulla fronte di Giannamentra che adesso chiudeva gli occhi mentre Atramento la baciava con passione. Quando li riaprì vide Atramento al suo fianco in piedi che lanciava sassi sospesi a mezz’aria. Le nuvole, il sole, le ciminiere erano ritornate normali “Buon compleanno amore, volevo solo regalarti il mio mondo”.
francesco